domenica 30 gennaio 2011

Quella volta che, Celebration

Potrebbe sembrare un post paraculo questo.
ecchissenefrega.

La premessa non è promettente, ma per quanto mi riguarda quando ho qualcosa da dire,
la dico.


Prendetevela con quello che fu il mio terapista
- psicologo sapiente, professionale, umano, eccellente - e tra le altre cose affascinante.
Cosa centra affascinante?
Centra centra... Quando ti svomitazzi addosso te stessa, trovarti davanti qualcuno che ti scarnifica le ossa ed ha pure fascino, ha il suo perchè -

E meditate, meditate sul fatto che prima ero molto peggio.


Fare un elenco listadellaspesa delle persone a cui vorrei dir grazie è sgraziato.

Così per ognuno posterò una loro foto, senza scriverne il nome,
andrete voi stessi a scoprire la storia di chi l'ha scattata.


Alzate le dita - le dita, non quel dito - e fate click sopra le immagini, non è così difficile.

E avrete la possibilità di perdervi in mondi straordinari.
E poi, vi sfido a ritrovare la strada di casa.

Ad ognuna di queste persone io devo qualcosa dell'attuale periodo favorevole.

(Santo Cielo, non farmi pentire di ciò che ho appena scritto, mettendomi contro Saturno...)

Favorevole perchè sono in movimento, in preda ad un delirio di sorpresa dove tutto è filtrato sotto la categoria uau!, Tutto eh.

Di recente mi sono fermata ad ossevare un ape moribonda con gli occhioni...
Ragazzi, mi è quasi piacevole pure quel disastroso luogo dove lavoro.

Neanche un paio di mesi fa, sognavo quale potesse essere la perfetta lettera di licenziamento - un sogno, perchè nella realtà non sarebbe possibile.

Dopo tante possibili variazioni, la migliore era decisamente:



Alla cortese attenzione dell'Azienda traldetali

Gentilissima Azienda,

mavaffanculo.




Ad oggi sono grata invece, perchè posso portarmi la macchina dietro e fotografare la mia città durante i viaggi di andata & ritorno.


Ad ognuna di queste persone devo il loro tempo, la gentilezza, gli eye ed eyes a random, curiosità, disponibilità, riflessione, ispirazione, esperienze, le barrette kinder, i calci in culo, s.coperte, i pesci pagliaccio, condivisioni, progetti, sorprese, le meraviglie di Alice, la voglia di fare, di pensare, di creare, di ascoltare, di cercare, di scattare.


Anche quelle volte in cui io scappo e la carta igienica mi corre dietro.



In ordine sparso



















Giulia_6452


daemon


38


1_thecaterpillar_small.jpg

Nina Zilli



All'imbrunire


renovation



E * - che sta per asterisco - non ho modo di mettere l'immagine quindi cliccate sopra e poi andate qui




C'è un'altra persona, di cui però non ho foto segnaletiche da mostrare.
Ho solo molta musica, quella che senza, sarei incapace di svegliarmi e per questo - ma anche per molto altro - ci vuole un
TRIPLOgrazie






lunedì 24 gennaio 2011

Storie di Donna. Pronti? Partenza... Via!

Ho sempre avuto millemila progetti, se ne stavano a poltrire panciuti e annoiati nel mio monolocale mentale.

Molti di loro sono morti di vecchiaia… colpa mia.

Del resto si dice che la speranza è l’ultima a morire!, ma mica che non muore.

Che poi i progetti quando muoiono di vecchiaia diventano fantasmi persecutori. Alias fallimenti.

Si nascondono negli angoli bui per farti BOOH! a tradimento, tanto per ribadire che avresti potuto, dovuto e non hai fatto un beneamato, invece.

Sta volta è stato diverso, non so nemmeno io con che faccia… ma con quella faccia lì, ho chiesto a tutto il chiedibile ed ho ottenuto dei contatti. Ho chiamato, mi sono presentata, con voce tremula – e non lo so eh, se io avrei accettato di conoscermi - eppure… Eppure queste persone hanno accettato di incontrarci.

Ebbene, quest’oggi io e il Socio Giulio abbiamo incontrato Silvia.

A volte ci si immagina un qualcosa e nell’immaginario - dove tutto è possibile - quel qualcosa non può che essere meraviglioso!

Poi arriva la realtà, simil signorina Rottenmeier e ti prende un colpo…

Uh, quante volte.

Non questa però.

Porca miseria, la realtà ha superato la fantasia!

Eravamo tre amici al bar, con la voglia di cambiare il moooonnndooo…

ed eravamo anche un po’ star a bere dell’Aperol Spritz al roxy bar.

Spontaneità, risate, curiosità, idee, pensieri, condivisioni.

Sono talmente felice e sorpresa, che potrei sbattere la testa da tutte le parti – emmh… ho uno strano modo di pensare a me in preda alla gioia.

Ci ha mostrato la sua casa, la sua bellissima casa, le sue creazioni – gioielli, cappelli, costumi, abiti - fotografie e piccole parti del suo vissuto.

La prossima settimana cominceremo.

Ho visto, per la prima volta sugli schermi, il mio progetto respirare, scrollarsi via la polvere, uscire fuori dal quel sudicio monolocale mentale e,

farmi la mossa dell’ombrello... Tiè!

E adesso vediamo che succede.

martedì 18 gennaio 2011

I'm not dead

Uno dei tantissimi lati positivi dell'avere Sara Lando come insegnante è che non solo puoi chiederle infinite cose e sentirti autorizzata a farlo, ma che lei stessa ti richiede come "compito" la realizzazione di un lavoro fotografico progettato per poter raccontare qualcosa che ci interessi.
Vorrei tanto dilungarmi in disquisizioni sul quanto sia meravigliosa, però rischio di fare la figura della lecchina, e poi lo sappiamo tutti comunque.
Intanto, volevo introdurre questo nuovo progetto che si sta delineando a poco a poco e che riguarda, fondamentalmente, il Meraviglioso Mago di Oz.
Le foto che voglio realizzare si suddividono principalmente in due tipologie: fotografia di ritratto e fotografia di teatro.
Le prime saranno 5 foto di formato verticale, in cui ogni soggetto interpreterà il proprio personaggio: quindi Dorothy, lo Spaventapasseri, il Boscaiolo di Latta, il Leone Codardo e, naturalmente, il Mago di Oz. L'unico aspetto che mi preoccupa di queste prime foto riguarda la luce... purtroppo non sono provvista di flash esterni, quindi non so ancora bene come ottenere un'illuminazione decente.
Le altre foto, invece, sono un po' più complicate... non ho ancora deciso quante saranno e quali sequenze seguirò, ma conto di comporre i pezzi a poco a poco.

Sono estremamente entusiasta, non vedo l'ora di mettermi all'opera.
E poi i ragazzi di teatro sono assolutamente fantastici.

Qui sotto foto a random che sto usando come background per il progetto :)

Photobucket
I ragazzi che si esercitano con la dizione. Mi fanno venir voglia di tornare a far teatro.

Photobucket
Una delle meravigliose foto di Rus Anson da cui sto prendendo ispirazione *tanti cuori*

Photobucket
La mia vecchia casa delle bambole! L'ho ritirata fuori, sono quasi sicura la userò per le foto...

Photobucket
Per chiudere in bellezza, l'editoriale per Vogue di Annie Leibovitz. Qui non servono parole...


ps. È da un sacco di tempo che mi riprometto di scrivere un post riguardo a questo nuovo blog, ma ogni volta che rileggo il meraviglioso primo post scritto da Iara, non posso che constatare come altre parole sarebbero superflue. E ribadire quanto sia adorabile e quanto la ammiri risulterebbe troooppo ripetitivo, quindi non lo farò ;) Ma conto di fare una benedetta foto pubblicitaria con cui spammare questo blog diqua e dellà :D

sabato 15 gennaio 2011

Quella volta che: si, ma alle mie condizioni.

Riassunto.

Di recente io e il socio Giulio siamo stati contattati da una dolce e gentil fanciulla per un booook, nel suo messaggio chiedeva varie informazioni, tra cui i costi.

Si è rivolta a noi dopo aver visto il nostro lavoro per un'altra persona, lavoro realizzato aggratisse. (Favore personale per una mia Amica – E si, le donerei un rene. Cit. flow chart di Jessica Hische riportato in un recente post di Sara Lando)

A mia discolpa, posso dire che la situazione era sia interessante che divertente… E che nessun socio Giulio è stato maltrattato per la realizzazione di quelle foto hahahahahah

Ancor prima di arrivare a parlare in cifre, la discussione ha cominciato a prendere una piega diversa ed è finita con: in questo periodo non lavoro e non ho soldi.

Va bene.

Non siamo noi le persone che possono fare al caso suo.



Dettagli.

Per quel che mi riguarda, non ho alcun interesse nel volere ottenere dalla fotografia il mio pane quotidiano.

Ho un altro lavoro per quello.

Un lavoro di 6 ore e 30 finalizzato unicamente al pane quotidiano e al vivere la fotografia nelle 17,7 ore che restano della mia giornata, considerando anche la notte... 41,7 ore.

Questo mi da la libertà di “lavorare” con la fotografia alle mie condizioni.

Se si tratta di Amicizia e/o se la situazione mi interessa, (in passato mi è capitato nell’ambito teatrale e musicale), ma il verbo pagare non è contemplato, a me sta bene.

In queste occasioni, ho avuto anche la fortuna di essere stata ripagata.

La mia parrucchiera adorata, dopo avermi sistemato i capelli in modo meraviglioso non ha voluto per nessuna buona e ragionevole ragione i miei soldi, nemmeno quando ho minacciato di raparmi a zero.

(Era una capigliatura bella veramente! =| )

Ho avuto la possibilità di veder nascere spettacoli e/o concerti e quando sono andata a vederli in scena, non c’è stato verso di pagare il biglietto.

Per quanto riguarda il discorso Amici, beh… Non sono molti - per fortuna hahahahhaha - ma avrei bisogno di un altro paio di reni da donare.

Per tutto il resto, il mio tempo e la mia professionalità hanno un prezzo.

Se poi succede, per caso, che la situazione è interessante e contempla pure il verbo pagare, ben venga.

Ho sempre avuto piena liberà e consapevolezza per poter scegliere progetti, persone e situazioni, ed ho sempre avuto piena liberà e consapevolezza per poter scegliere di farlo, anche quando codeste situazioni hanno richiesto giorni di ferie, ore di permesso e/o giorni ed ore non retribuite dal mio buon lavoro-pane-quotidiano (le ferie e le ore di permesso ad un certo punto finiscono).



Riflessioni.

Questa mia politica comportamentale opinabilissima, l’ho maturata dopo distinte riflessioni post scambio opinionale col socio Giulio e Manuela. E dopo una post lettura dei blog che seguo assiduamente.

(Ma vi prego! Non sentitevi responsabili...)

Mi sono fatta una domanda e data una risposta, dopo di che, l’ho adattata, curata e cucita secondo le mie esigenze.

Il mio buon lavoro-pane-quotidiano non prevede uno stipendio stellare, ma quanto basta per il pane quotidiano (l’affitto, bollette, responsabilità, imprevisti e un vivere dignitosamente), senza ripassare dal via o doversi fermare per un turno.

Sacrifici? Si, tanti. Chi me lo fa fare? Sono appassionata, curiosa e mi diverto.

Sono scema?

Oh yeah.

Ma, a me sta bene, al mio compagno pure, la gatta non si lamenta e nemmeno il parentame.

L’unico che un pochino si dissocia da tutto questo idillio è il mio socio Giulio… chissà perché… (hahahahaha).



In conclusione.

Se la faccenda non è particolarmente interessante, chiedo un compenso. Nel mio caso, quasi certamente la persona dirà di no e saremo tutti contenti.

Se la persona accetta, saremo tutti contenti.

Se la faccenda interessa a me – però niente compenso - ma non interessa al socio, sarò contenta da sola.

Se la faccenda interessa ed è previsto un compenso, saremo tutti molto contenti.



Povero il mio Socio… con me non farà mai una lira…



martedì 11 gennaio 2011

Manuela Cigliutti's Event

Per quanti hanno la fortuna di vivere a Milano e dintorni vorrei fare una segnalazione:

Al Piave 8, Bar Caffetteria
in Viale Piave n. 8, verranno esposte le foto di Manuela Cigliutti.

Ammiro profondamente il suo lavoro, il mondo attraverso gli occhi di Manuela, rivela la sua essenza più segreta.

Ogni mese, sarà proposto un tema differente, in questo la tematica è Il Mare.






Vorrei dire molto, molto di più su Manuela.
Ho nel cuore interi capitoli di lodi per lei, per il suo lavoro, per la sua persona.
Roba talmente sdolcinata da cariarvi i denti all'istante!

Ma questo post è dedicato al suo talento.

E' brava.

Scommettiamo diecimila caffè?


lunedì 10 gennaio 2011

Io ho un sogno, avere un sogno. (cit.)

In questi giorni, assalita e sconfitta da una truppa di (im)bacilli inferociti, mi sono messa a lavoro per cercare di rendere fattibile il reportage fotografico su cui io e Giulio - il mio photo.socio - stiamo riflettendo da diverso tempo.
L'ispirazione ci è stata data da uno dei gruppi di lavoro dell'associazione fotografica che entrambi frequentiamo.



STORIE DI DONNA
Un viaggio all’interno dell’universo femminile .
Il tema è la rappresentazione della Donna, con le sue sensazioni ed emozioni, attraverso l’uso di un linguaggio narrativo intimo e personale .
L’obiettivo del gruppo sarà la descrizione dei vari lati del carattere delle donne, anche attraverso il racconto delle loro attività quotidiane e del modo con cui vengono vissute, esplorando al tempo stesso le loro speranze, le loro passioni, le loro gioie, le loro paure, i loro sogni.




Ho esposto a Giulio la mia idea, le mie intenzioni e deciso di comune accordo - in verità non gli ho lasciato molti margini di scelta (linguaccia sputazzosa) - di intraprendere questo viaggio nel complesso universo femminile, attraverso lo sguardo delle transessuali.
Il fatto che l'attività del gruppo non sia ancora cominciata, è irrilevante per noi.
E la possibilità che possa terminare senza un bel niente di fatto, anche.


Questo è un reportage che richiede tempo. Delicatezza. Attenzione.



In questi giorni, appunto, costretta a letto e circondata da innocenti fazzoletti brutalmente accartocciati, ho continuato la mia ricerca di possibili contatti. Persone in grado di aiutarci, consigliarci. Soprattutto, ascoltarci.
Ho visionato diversi siti, associazioni e inviato mail di presentazione.



Sono arrivate le prime risposte.
A seguire, le prime telefonate.



E, salute permettendo, prossimamente i primi incontri, per poterne parlare a voce davanti ad un buon caffè.
Ciò che ne seguirà, ovviamente, si vedrà.
Magari qualche si, forse tanti no.




Si vedrà.
Non abbiamo fretta.

sabato 8 gennaio 2011

C'era una volta e ci sarà qualcos'altro. Forse

C'era una volta una bimba di nove anni.
In questa storia la chiameremo Piuma Leggera.
Era radiosa e curiosa, con un amore spropositato per la natura e per le sue creature.
Una bambina che ha lo stesso sorriso di vostra figlia, o di vostro fratello, o identico a quello che avevate voi alla sua età.
Non l'ho mai vista, non ancora.
Quel che so, è che questa ragazzina straordinaria, non parla.

Non parla con i compagni di scuola, con le sue maestre, non parla con le persone, non parla con le amichette, non parla con i suoi fratelli, con i dottori, non parla con nessuno che non sia sua mamma.
Comunica col mondo scrivendo su fogli di carta e se non ne ha, comunica attraverso piccoli versi con la bocca.
Da sempre.
E' un mistero quale incantesimo si sia abbattuto sulla sua testolina capelluta.
I grandi ci stanno lavorando.


Qualche mese prima.

Un giorno, un'aitante tizia adulta (ah ah ah) che chiameremo CuoloPesante, decise di comprare su un sito, una scintillante e bellissima compatta
in grado di scattare in formato Raw.
Aveva bisogno di questo piccolo strumento magico,
per affrontare il mondo e soprattutto le proprie crisi mistiche - e io sono pigra, e la reflex sempre appresso è pesante
, e che devo fare della mia vita, e bla bla bla...

Cuolo aveva un credo, era convinta che gli oggetti avessero un'anima, un'anima che si sarebbe illuminata in tutto il suo splendore se fosse finita nelle mani giuste.


Qualche mese dopo.

Cuolo era amica di un'Amica Cara, Amica Cara era davvero un'amica ed era davvero cara
- altrimenti, si sarebbe chiamata Amica Stronza.

Amica Cara, in un polveroso pomeriggio d'autunno raccontò a Cuolo, una storia. Una fiaba anomala, che aveva per protagonista la sua sorellina minore.
Piuma Leggera.

Amica Cara desiderava tanto che Cuolo potesse incontrarla un giorno, perchè a Piuma Leggera piaceva tantissimo catturare il tempo, renderlo eterno, se pure attraverso uno mero strumento, il cellulare.
E Cuolo - che oltre ad essere Pesante, ogni tanto è pure Pensante - comprese che quella preziosa compatta era finita nelle sue mani, per giungere in altre mani.


Oggi.

Piuma Leggera
non parla.
Non parla con i compagni di scuola, con le sue maestre, non parla con le persone, non parla con le amichette, non parla con i suoi fratelli, con i dottori, non parla con nessuno che non sia sua mamma.
Piuma Leggera scatta, scatta tantissimo, e ride, ride tantissimo. Racconta le sue piccole storie attraverso il suo occhio di ferro. Non è magico nè miracoloso, però ci piace considerarlo una finestrella, una finestra aperta sul mondo.


Fine.



Ho voluto raccontare così un frammento della sua storia.
Desidero pensare a lei come protagonista di una fiaba, una fiaba anomala, in cui mancano fate, folletti e magie miracolose, ma non Speranza.
La speranza che Carlotta - è così che si chiama - possa continuare a comunicare, raccontare, in qualunque modo possibile.

-----------------------------------------------------------------------------



Storiella leggera degna di nota.

Riguarda me, MistoAcrilico e il cui presente blog.
La realizzazione di
Elucubrazioni a quattro mani sulla fotografia è stata tutt'altro che semplice.
In prinicipio doveva chiamarsi Random eye.
Affascinante, vero?
Pare di si.
Esiste già.

Ma non c'è danno senza beffa e... Si tratta di un blog defunto da ormai 11 anni.
Bene, freghiamo il web, aggiungiamo una esse al nostro geniale nome-link...!
Random eyes.
Esiste pure quello.
E poichè, non c'è danno senza beffa... Si tratta di un blog fantasma.
Il link esiste ma al suo interno c'è il nulla - immaginatevi l'eco dentro una profonda caverna -

Ma noi siamo entrambe de coccio, ed ecco finalmente L'IDEONA...
Abbiamo invertito l'ordine delle due parole e buona notte.

MistoAcrilico e iara, ringraziano commosse quanti hanno utilizzato in modo improprio i nomi-link che avevano scelto con tanta cura e tanto amour.

(E che a voi, proprio voi, fregaroli di link a tradimento vi possano schiattare i modem.)

Amen.









lunedì 3 gennaio 2011

La limite



Ecco ciò di cui avevo bisogno,
lo stavo cercando e non l'ho capito finché non mi ha trovato.
È ciò che sento in questo momento, ed è ciò di cui devo parlare.
È quell'istante eterno di cedevolezza, quell'attimo infinito in cui si esce da una stanza per entrare in un'altra ed hai paura che se non aprirai quella porta abbastanza in fretta, il terreno crollerà sotto ai tuoi piedi. Puoi quasi sentire il vuoto risucchiarti, e lo percepisci all'altezza dello stomaco, della pancia, del cuore. Senti l'aria sulla pelle, tra i capelli, e ti blocca il respiro.

In questo periodo sto fotografando molto meno, e non sto pubblicando nulla.
Forse il motivo per cui non riesco più a realizzare singoli scatti trova spiegazione dietro al bisogno di progetti più grandi e completi, forse una foto non basta, forse me ne servono tante.
Dovrò far crescere questo nuovo seme molto in fretta.