martedì 1 novembre 2011

domenica 7 agosto 2011

Voce del verbo Familiare

Qualche giorno fa è venuto a trovarmi il Pater, portando con se una grande busta.
Dentro c'erano i ricordi degli ultimi giorni di vita di mia nonna, sua madre.
Benchè sia morta da parecchi anni, non aveva ancora trovato il coraggio di prenderla, controllare il suo interno e consegnarmi il suo contenuto.

Dentro ci sono un mucchietto di vecchie fotografie scolorite.
Dietro ad ogni fotografia, con la sua dolce calligrafia un pò infantile, vi ha riportato date, luoghi e persone.
Per non dimenticare i suoi giorni migliori.

Quando i miei nonni son morti avevo più o meno ventanni. Ed ero quel che si può dire "un par di braccia strappate all'agricoltura".
Superficiale ed egoista, e come se tutto questo non fosse abbastanza... una lagna ai massimi livelli.

Non ho saputo godermi i miei nonni, non ho saputo apprezzarli, non ho saputo amarli.
Non ho saputo combinare un granchè nei miei 20 anni.
Per tanto, ho perso il diritto di lamentarmi se son finita a fare un lavoro terribbole, che odio profondamente e che spero muoiano tutti per dissenteria cronica. Muhahahhahahaha (malefica ovviamente)

Grazie Ar Cielo negli anni seguenti qualche consapevolezza l'ho appresa.
Ed è stata una benedizione tragica, ma pur sempre una benedizione!

Sto dilagando.

Ho visto queste foto e dopo averci pianto sopra ho deciso di stravolgere lo spazio e le logiche del tempo, ho deciso di partecipare a questi ricordi, ho deciso di infilarmici dentro.
Ho deciso e l'ho fatto.

Questo è parte del lavoro.






I


mercoledì 3 agosto 2011

Chi si ferma è "iaruto"

Questo è stato un periodo di grandi difficoltà pratiche per la sottoscritta, causa una scianghetta improvvisa da parte della cosa più importante del mondo.
Più importante degli affetti, del lavoro, delle passioni... che roba è?
Uh... è una roba che quando si è giovini e scattanti non ci si pensa troppo.
Sto parlando della salute.
Taaa taaaaan!

Una volta il mio saggio Pater mi parlò di un proverbio (arabo? Forse cinese... non ricordo i dettagli) che diceva qualcosa del genere: la salute è da considerarsi come un 1 e tutti il resto, la famiglia, gli affetti, i desideri, le aspirazioni, le cose che ci rendono attivi e vivi, tanti zeri.
Più "zeri" abbiamo da aggiungere, più la nostra vita acquista di valore.
1000000000000000...
Ma se togliamo quell'uno cosa resta? Soltanto una caterba di zeri...

Si, ne prendo atto...
E vi assicuro che il Pater la raccontò molto meglio...
Ma spero sia chiaro il senso generale della storiella.

Grattateve prima... toccate zampe di conigli, ferro e fate pure le corna.
Lo avete fatto? Ok.
Non trascurate mai la vostra salute, soprattutto se volete fare un lavoro da liberi professionisti.
Se finite all'ospedale, non magnate.

Io per fortuna (?) faccio tutt'altro nella vita e pertanto, malgrado sia stata fuori uso per diverso tempo, ho potuto continuare a magnà.
Abbiate cura sempre di voi stessi, sempre. E soprattutto, se volete a tutti i costi fare delle vostre passioni il vostro mestiere.


Finita la predica e la grattata, zampe di coniglio, ferri e corna collettiva.

La mia convalescenza si è presentata lunga e potenzialmente noiosa.
Ho fatto del mio meglio e del mio peggio per non farmi schiacciare da una situazione di cui io non avevo il benchè minimo controllo.
Per quanto sia profondamente pigra, la pigrizia per me deve essere uno stile di vita, una scelta consapevole (ah ah ah), se diventa una costrizione... beh, chi si ferma è perduto.

Così il gioco di questa fantasmagorica estate è diventato: inventati qualcosa. Qualsiasi cosa.

Ho scattato. Tanto.
Ne son venuti fuori diversi "cosi" (chè chiamarli lavori sarebbe esagerato) a cui però riconosco la salvezza della mia salute mentale.


L'ultimo coso che mi sono inventata di recente consiste nello iarizzare il mondo...
Ok, forse la salute mentale è stata seriamente compromessa, ma almeno l'umore l'ho salvato.

Queste sono alcune immagini del progetto.

 



mercoledì 27 aprile 2011

Avete bisogno di un pizzico di polvere di fata? Ecco dove trovarla...

Giorgia, alias MistoAcrilico, ha organizzato qualcosa di assolutamente straordinario:


Ovvero: Vinci uno shooting!
YAY!




Cosa significa Free Shooting Giveaway?
Lo shooting consiste in un servizio fotografico (ritratti) della durata di circa due ore. Le foto che faccio potete vederle nel mio streaming su flickr (http://www.flickr.com/photos/mistoacrilico/) o nei vari album che ho sul mio account di facebook.
Si va dalle foto da studio a quelle ambientate, ma in caso vinceste sentitevi liberi di proporre quello che vi pare.

Come partecipo?
Dovete solo cliccare "mi piace" nella fan page di facebook (qui http://www.facebook.com/pages/Ph-Giorgia-Pallaro/114636588608995), quindi lasciare un messaggio qualsiasi nello spazio commenti della foto, qui sotto. Tipo un "ciao". O un "ajshdkfjahk". Giusto per capire che volete partecipare.

Posso partecipare anche se non sono un modello?
Ovvio. Non ci sono limiti di età o di qualsiasi altro genere. L'unica cosa che potrebbe essere problematica riguarda la vostra zona di residenza perché se abitate in sardegna sarebbe un po' un problema per me farvi delle foto, a meno che non abbiate voglia di prendere un aereo e venire fin qui nel Veneto, ma mi sembra una possibilità abbastanza remota.

Però a me non va tanto di essere fotografato... posso piuttosto fare delle foto insieme a te?
Beh, certo! Era una cosa che non avevo preso in considerazione, ma per me va benissimo =)

Ma ti devo pagare?
Assolutamente no, altrimenti che concorso è? =)

Se vinco, posso fare le foto anche con delle mie amiche/dei miei amici, il mio ragazzo/la mia ragazza?
Certo, siete liberissimi di scegliere come sfruttare il "premio".

Quando scade il concorso?
Alla mezzanotte di sabato 7 maggio.

E come decreterai il vincitore?
La cosa sarà priva di tecnologia, in realtà. Semplicemente, scriverò su dei foglietti i nomi dei partecipanti, quindi estrarrò da un sacchetto un nome a caso. Il tutto verrà registrato con la webcam, così potrete assicurarvi della veridicità del concorso.

Ora,
cosa volete di più dalla vita... Peter Pan che vi tira le orecchie?
Beh... Mi basta una tutina verde e vengo a tirarvele io (Iara)!

mercoledì 13 aprile 2011

Hide and seek







"non mi prendi non mi prendi non mi prendi!"

vento, erba, terra, zanzare
il cielo non finisce mai?

"corri corri corri!"

nove stelle per me, quattro per te
diciotto stelle per me, ancora quattro per te

ombre ombre ombre

e poi non ci sei più
ci sono fantasmi
ricordi inventati
soli spenti
lacrime di ferro
e tu non ci sei più.


domenica 13 marzo 2011

Making of: "contradiction"


Per domani ho davvero tante cose da fare.
Tantetantetante cose da fare.
Ma, visto che come al solito non c'ho voglia,  vi beccate il mekingov (e io un po' di quattro in letteratura mi sa xD) della foto della settimana.

Ispirata da (ma non solo): Tim Burton, Sara Lando, Peter Pan, Jamie Heiden e Michael Ende.

Queste le foto iniziali. La porta, il divano e il tavolino fanno sempre parte della collezione della casadibamboledeagostini. Il lampione l'ho fatto col das (e si vede xD) e la neve è semplice farina :)
Nella prima foto forse intravedete il casino che regna nella mia stanza... Grazie di cuore a Marco e Mattia che mi hanno fatto da minimodelli, e al papi che mi reggeva la luce <3


Ok, qui ho ripulito un po' l'immagine. Il lampione è stato aggiustato con il fluidica, mentre la neve sul terreno è stata aggiunta da un'altra foto simile in cui la farina era inquadrata da un'angolatura differente.

Questa volta fondere soggetti e sfondo è stato un parto ._. dal punto di vista del controllo delle luci tutto ok, ma le ombre me le sono dovute inventare dal nulla e... niente, imparo, la prossima volta ci penso in fase di scatto. 

Modificata la colorazione, ho in seguito aggiunto un po' di texture e ricreato i fiocchi di neve eeee finito :D Una mia cara amica è solita prendermi un po' in giro quando abuso di texture o "nebbia" nelle mie foto perché crede io lo faccia per coprire le foto, visto che non sono mai contenta di quello che faccio (tra l'altro non sto negando abbia ragione xDD)... in questo caso specifico, però, l'abuso di texture è stato un tentativo di ricreare le atmosfere che Jamie Heiden riesce a produrre nelle sue foto. Dateci un'occhiata, perché merita :)


ps. volevo ringraziare di cuore Gioia e Iara che mi sostengono sempre, non so come farei senza di voi. Really.


domenica 6 marzo 2011

martedì 1 marzo 2011

Kia ora iara¤fano! Ora sai come dire ciao in mäori!

Valle a capire le casualità della vita, mia gentilissima e preziosa Signora.

Credo che in qualche libro di filosofia ci fosse una spiegazione... io però non ci sono arrivata alla laurea e devo essermi persa qualcosa.
Quante volte sono tornata nelle tue pagine, per vedere se m'era sfuggita una tua nuova foto, un tuo nuovo racconto.

Mi sono persa mille e mille volte nelle tue storie, nel tuo occhio.

Immagini dall'Islanda

Cile: deserto di Atacama

Maternità

Bali: Foresta delle scimmie

Incontri : ancora una donna birmana

Lapponia: Messa in una Chiesa luterana


Ti ho scritto, tempo fa, per chiederti di te, se stessi bene, come mai non ti si vedeva più.
Ho pensato che tu fossi partita, un viaggio favoloso in una qualche terra straniera.
Attendevo.

Oggi, chissà perchè, ho pensato di riaprire la tua ultima foto, in cerca di tue notizie.
Valle a capire le casualità della vita, io quel giorno che lo han spiegato dovevo essere in bagno a fumare.

Grazie, per la tua gentilezza, per le nostre piccole corrispondenze, per la tua voglia di capire, sapere, scoprire il senso di quella o quall'altra mia fotaccia. Grazie per la tua cordialità, per il tuo tempo, per la tua tenerezza, per la profondità, per la comprensione, per il tuo interessamento a me.

C'era una foto soprattutto, che ti aveva colpita tanto, di cui ti avevo confidato il segreto che poi, con un pò di intuizione, segreto non è.

L'assenza e la mancanza.
Il come e il perchè, sai, il tempo li sbiadisce.
Non mi è dato di sapere il tuo come e il tuo perchè, ma alla fine non conta. Me lo ha insegnato il tempo.
Rimane solo l'assenza e la mancanza.


Make Heaven Out of Hell




Valle a capire le casualità, mia gentilissima e preziosa Signora, valle a capire.

Making of: "books"


È dalle due e mezza che mi ripeto "solamente altri cinque minuti e poi mi metto a studiare".
Quindi quale momento migliore per iniziare un nuovo post? :D
Appunto.

Devo dire, però, che stavolta sarò abbastanza breve... non c'è molto da spiegare e sebbene la post-produzione mi abbia comunque portato via un bel po' di tempo, i passaggi si possono tranquillamente ridurre a quattro o cinque.


Queste sono le foto usate inizialmente. Niente di particolare da aggiungere a ciò che ho detto la volta scorsa: stessa luce e stesso punto di vista (nei limiti del possibile).


Cosa a cui non ho pensato in fase di scatto: il formato quadrato. Shame on me! Quindi ho dovuto in seguito aggiungere pavimento e soffitto, ma vabbé niente di così complicato... solo, dovrei imparare a pensare di più prima di scattare, ahem.
In questa foto iniziale, oltre al crop, ho anche corretto un po' la luminosità mettendo più in luce alcuni dettagli.



buh! Ok, qui io e il coniciobianco facciamo la nostra inaspettata comparsa. Io sono volutamente bianca in faccia perché avevo una mezza idea di aggiungermi delle orecchie da coniglio in post-produzione, ma poi ho cambiato idea... Ho avuto un po' di difficoltà con la veridicità che dovevo dare alle ombre, ma con un po' di pennellate, sfocature e livelli settati su moltiplica ho risolto.
Ah! dimenticavo che qui ho aggiunto anche la giratempo, sul libro sopra la scrivania.


I libri sono stati la parte più facile... mi sono limitata a scontornarli e a posizionarli sopra al pavimento, sfocandoli in maniera tale che la zona di nitidezza fosse coerente col resto dell'immagine.


Modificato la colorazione e finito!


Ok.
Ora vado davvero a fare matematica.
Giuro.

... solo altri cinque minuti...

venerdì 25 febbraio 2011

Making of: "violation"



Vi chiedo anticipatamente scusa ma oggi non riesco a buttare due righe senza compiere errori grammaticali o a scrivere semplici frasi di senso compiuto.
Non oso immaginare cosa verrà fuori di questo post o_O


Queste sono le foto iniziali su cui ho deciso di lavorare. Si tratta di due inquadrature del tetto della mia casa di bambole... Non so se qualcuno di voi ne serba il ricordo, ma anni fa la DeAgostini, prima di decidere che il mestiere del grafico si può imparare comprando fascicoli in edicola, aveva realizzato questa infinita serie di uscite per realizzare una veracasadibambole dell'Epoca Vittoriana. Io ne andavo pazza, amavo tagliare/cucire/incollare/dipingere e tutte queste cose qui. Così mio padre mi prese tutti i numeri, e quando si rese conto che avrebbe speso meno soldi comprandomi un appartamento in centro a padova era ormai un po' troppo tardi...

Primo consiglio essenziale che mi sento di dare quando si deve fare una photomanipulation è pensare in precedenza a quello che si vuole realizzare. Che potrebbe sembrare una cagata, ma non lo è. Bisogna davvero conoscere e studiare tutti i minimi dettagli dell'immagine altrimenti ci si ritroverà in fase di editing a dover smadonnare con photoshop per supplire a ciò che non abbiamo fatto in fase di scatto. In questo caso ho realizzato due foto distinte della camera con e senza finestra perché sapevo che avrei lavorato su due livelli,  e anche perché i riquadri vuoti erano troppo piccoli per permettere una decente visualizzazione di quello che c'era al di là dei vetri.  


Qui ho semplicemente regolato il bilanciamento del bianco anche nella foto della camera in modo che la luce che riflette sulle pareti rosa apparisse appunto più rosata... ho sistemato anche il triangolo di parete che si intravede nella parte sinistra della finestra.


Purtroppo non ho a disposizione gli scatti originali fatti a me e Marco perché il giorno successivo alle foto, dovendo fare altre foto di backstage durante uno shooting a scuola e convinta di aver salvato quelle per "violation" sul pc, ho formattato la memory card dalla macchinetta ._. Ad ogni modo, niente di così complicato da capire... ho posizionato il faretto tra la parete rosa della mia stanza ed un grande vetro su cui si è poi appoggiato mio fratello. In seguito ho scontornato alla buona il soggetto e sfocato il tutto, regolando naturalmente, anche in questo caso, il bilanciamento del bianco.  


Qui entro in gioco io ed è stata probabilmente la parte che inizialmente mi ha creato più problemi, soprattutto perché ho cercato disperatamente di far sembrare avessi circa dodici anni (giù di fluidifica...). Per quanto riguarda il fotomontaggio, invece, ho semplicemente fatto una foto in cui ero a letto, usando lo stesso punto di vista e posizionando il faretto in modo che la direzione della luce fosse la stessa usata per illuminare la cameretta della casa. In seguito ho scontornato la foto con le maschere di livello, variando l'opacità del pennello in modo da mantenere parte dell'ombra che il mio corpo proiettava sul letto.


Quasi finito! Ho aggiunto la nebbia, raddrizzato la foto, sistemato la colorazione e fine.
Non è difficile, si tratta solo di focalizzare la foto che naviga per la testa e trasformarla in immagini :)


ah! come ottenere la pseudonebbia con photoshop in quattro facili mosse...

Pennello tondo, durezza 100%, dimensioni varie, opacità bassa. Picchiettare a caso.


Sfocare.



Giocare con lo sfumino.


Aggiungere un livello bianco e abbassarne l'opacità.

Ok, ahm, è tutto. 
Più o meno.
Per qualsiasi domanda-chiarimento ci vediamo nei commenti :)

sabato 19 febbraio 2011

se mi dai 5 minuti non credo che ti conquisterò (cit.)

Dopo una crisi esistenziale post 5 righe, ecco l'esilerante racconto del mio pre 5 righe.

L'associazione fotografica che frequento ha messo a disposizione una location per un workshop di tre giorni che trovo estremamente, follemente e tutti gli altri ente che vi vengono in mente (tranne demente) interessante.

Questo

Tenuto da Anouk Kruithof.


L'unica Anouk della mia vita non era altri che la cantante, (ricordata dai più, solo per Nobody's Wife).

Adesso ci sono ben due Anouk nella mia vita, e per non fare confusione, parlerò nello specifico della prima Anouk, e cioè, la seconda Anouk della mia vita.

Vi ho Anouktizzato i neuroni?
No problem!

In un riassunto del link precedente, eccola qui:




















Anouk Kruithof raccoglie in un piccolo newspaper 23 autoritratti di un’artista ossessionata dal lavoro, al punto di raggiungere lo spossante stato d’animo dell’esaurimento. Sfogliando questa piccola pubblicazione si passa attraverso una gradualità cromatica che intende rappresentare la stratificazione dell’energia umana nei suoi diversi stati emotivi.

A ognuna delle partecipanti verrà chiesto di indossare indumenti del colore che più sentono rappresenti il loro stato d’animo.

Durante il workshop, Anouk Kruithof lavorerà insieme alle partecipanti discutendo del loro stato d’animo, dei motivi che le portano ad associarlo a un determinato colore e di come questo stato d’animo può essere rappresentato attraverso immagini. Al colore iniziale, ne verranno poi associati altri, utilizzando carte colorate o lavorando su sfondi dipinti ad hoc.


Per ovvie ragioni, le partecipanti saranno solo 15 e per iscriversi bisogna fare una sorta di selezione, inviando una mail di 5 righe in cui si indica il proprio colore emotivo e il mezzo di lavoro fotografico che si preferisce.

Dovendo subire un'altra stretta convivenza con l'influenza, mi sono messa di punta per scrivere le mie fantomatiche 5 righe.

Dopo un'attenta analisi delle migliaia 5 righe scritte e riscritte - fatevi i conti - sono giunta ad una fondamentale conclusione: ho scoperto con mia somma disperazione (ah ah ah) che sono una persona incapace di riuscire a mettere insieme 5 righe che abbiano senso, sia per questo workshop, sia per qualsiasi altra cosa.

Dopo un lasso di tempo indefinito per cui me ne sono antata in giro per casa aprendo e chiudendo le cinque dita della mano e trascindandomi con l'altra l'aerosol, ho tirato fuori 'ste 5 righe.

Questo è quanto:

Salve,
mi chiamo iara e vorrei iscrivermi.

Il mio colore è il blu, il blu scuro. In verità direi: sono il colore della mia città, Roma, notturna. Blu scura, con sprazzi di luce color arancio. Sembra una visione triste detta a parole, ma non è assolutamente così. La notte è piena di vita non parlo di quella mondana, ma delle piccole storie. Che passano inosservate il più delle volte.
Il mezzo che preferisco è la macchina fotografica, la mia reflex digitale. E' un mezzo, ma come lo sono gli occhi, le mani, le ginocchia.

Immagino si parli in inglese, il mio è molto scadente, in ogni caso vorrei parteciparvi lo stesso.
In attesa di una vostra risposta vi mando i miei più cordiali saluti.

Ommioddio!, e perchè no... ridiamo tutti in coro, oppure andiamo tutti insieme a riprendere la parola scartata prima, demente.

Niente di tutto questo è paragonabile al mio sentirmi tanto imbecille per queste patetiche, inappropriate 5 fottutissime righe.

Che hanno avuto pure risposta...

Naa, non una conferma.

E' stata una graziosissima e gentilissima risposta.

In breve, non dovrebbero esserci problemi. In ogni caso avrò una conferma dopo il 25 di questo mese.

Sia chiaro, Dio solo sa quanto sia spropositato il mio amore verso le persone gentili. Le persone, che con le persone, si comportanto da persone.

Malgrado ciò, son consapevole del fatto sarò dentro solamente nel caso che siano quattordici le ragazze ad aver scritto 5 magnifiche righe.

Vi saluto con un meraviglioso intervento, in merito alla lagna delle 5 righe, inviatomi dal mio amico Triplo:

Sò ... tra le varie mail di presentazione ti faccio notare questa (pare non abbia resistito alla presenza delle donne ...):

Salve, mi chiamo Silvio e sarò iscritto di diritto.
Il mio colore è l'azzurro, azzurro cialis. In verità direi (In verità vi dico (cit.)): il colore del cielo, il piano terra di casa di mio papà, il Padreterno. Sembro una visione triste detta a parole, ma non è assolutamente così. La mia notte è piena di vita non parlo di quella lavorativa, ma di tante storie. Che passano inosservate il più delle volte (si spera). Il mezzo che preferisco è la macchina con l'autista. Uso spesso anche gli occhi, le mani, le ginocchia. Immagino si parli in inglese, il mio è come quello di Obama, ma un po' più azzurro e un po' meno abbronzato, in ogni caso partecipo lo stesso. In attesa di una vostra modella vi mando i miei più cordiali saluti.
Buon lavoro.


venerdì 18 febbraio 2011

Prepararsi a saltare



Sono solita paragonare i miei anni da liceale a quei giorni afosi in cui l'unica cosa che si è in grado di fare è aspettare con desolazione ed apatia che il fresco ritorni. Si tratta di quel caldo asfissiante che ti penetra nella pelle, nella gola, nei polmoni, e ti impedisce di respirare. Ogni passo è come un salto nelle sabbie mobili, ogni movimento è come una nuotata nel fango. Persino la luce del sole è sfiancante... è quella brutta luce grigiastra che toglie vivezza anche al colore più saturo.
Ma questa sensazione di impotenza, di disagio, di inerzia, l'ho messa a fuoco solo in periodi successivi, quando il liceo era ormai diventato un ricordo lontano.
Definirmi una persona poco empatica è un eufemismo, riesco a malapena a capire me stessa, figuriamoci gli altri. Così, in quei giorni, mi ritrovavo a guardare ad occhi socchiusi la mia vita, e mi scorreva addosso come lente gocce di sudore, senza rendermi conto di quanto tempo stessi buttando via.
Poi però qualcosa era cambiato, era sopraggiunta una piccola ed apparentemente inutile cosa che mi aveva aperto gli occhi.
La grafica.
La grafica è stata come un fresco vento autunnale... aveva squarciato lo sporco e l'afa e mi era entrata di prepotenza nei polmoni, facendomi scoprire una felicità che non avevo avuto modo di immaginare, perché semplicemente non la conoscevo. Con questo non voglio dire ch'io fossi sola o infelice, avevo ed ho tuttora i miei amici e una famiglia meravigliosa... ma non avevo alcuna passione, alcun interesse, nulla. L'annichilimento più totale, possedevo solo i libri che mi avevano tenuta in vita fino agli anni delle medie ma per i quali avevo perso interesse dovendo passare le giornate a cercare di studiare materie per me insopportabili.
Scoprire la grafica mi ha permesso di cambiare vita, e mio dio, so che suona estremamente altisonante ed anche un po' patetico, ma non so cosa sarei ora senza di lei.
Quando decisi di abbandonare definitivamente il liceo (dopo averlo cambiato già ben due volte) mi sentii un po' morire e un po' tornare a vivere. Questa volta si trattava di fare un salto spaventoso, significava cambiare paese ed iscriversi in un istituto professionale in una classe di un anno più giovane di me. Sino a qualche mese prima avrei preferito suicidarmi piuttosto che farmi bocciare, ed ora io stessa stavo decidendo di ricominciare gli studi dalla terza e ripetere così un anno. E se solo potessi tornare indietro... farei esattamente, di nuovo, tutto quello che ho fatto finora. Perché tutto questo percorso a tratti arido e privo di punti di riferimento, mi ha permesso di raggiungere la MIA scuola, e di vivere esperienze meravigliose. Le migliori persone le ho conosciute qui, e le attività a cui ho partecipato, gli insegnamenti che ho ricevuto, le amicizie che si sono create, le parole che mi sono state donate, quelle le porterò con me per sempre.
Ma qualcosa sta per cambiare di nuovo; penso sia giunto l'inverno. Il freddo sta cominciando a diventare eccessivo e la nebbia si fa più fitta; intravedo solo un cancello ma al di là c'è una coltre impenetrabile che ostacola la vista.
In un libro di Ende ("Lo specchio nello specchio") uno dei protagonisti delle storie in esso raccolte, è chiamato a "saltare". Deve saltare, deve imparare a farlo, o cadrà. Ed io non voglio cadere, non voglio oltrepassare quel cancello, e scoprire che oltre la nebbia ci sarà ancora afa e grigiore e sporco.
Recentemente qualcuno mi ha detto che non mi devo preoccupare, perché comunque vada cadrò in piedi.
Nutro molta stima per questa persona, speriamo non si sbagli.

giovedì 17 febbraio 2011

cose che mi hanno fatto battere il cuore oggi

Ultimamente passo troppo tempo a dormire, soprattutto nei giorni in cui la mattinata a scuola è stata particolarmente pesante (e tutto ciò è ridicolo, perché la mia scuola NON è pesante, cristosanto), con il risultato che mi sveglio in una fascia oraria che va dalle sei alle otto del pomeriggio, ritrovandomi assolutamente attiva ed energica nelle successive cinque ore di veglia.
Così eccomi qui, alle due del mattino, fresca come una rosa.
Domani sarà una giornata ancora più leggera del solito, visto che durante le prime tre ore si svolgeranno le  lezioni di letteratura, fotografia e storia dell'arte. E poi via due belle ore di educazione fisica, che tanto io non faccio perché sono una facciadimerda e c'ho l'esonero (amoamoamo la mia schiena, in queste situazioni).
Nel pomeriggio ci saranno altre tre ore di questa materia che noi chiamiamo "sicurezza", e ci spiegano come ci si comporta nel luogo di lavoro, e poi studiamo tutti questi decreti legislativi e giusto quando li abbiamo capiti dobbiamo rimuoverli, perché tanto la legge italiana è nammerda e quindi non sono stati approvati. Venerdì scorso, io e altri due miei amici, giusto per dimostrare quanto avevamo capito il concetto di "sicurezza" abbiamo passato l'ultima ora di lezione in giro per l'istituto e a far fotocopie delle nostre facce. Che noi siam bravi ragazzi e ci impegniamo anche in questi progetti extracurricorali che un giorno ci renderanno famosi, il prossimo passo sarà fotocopiarci le chiappe.

E dopo questa breve introduzione che devo ancora capire dove dovrebbe portarmi, passiamo alle cose serie. Oggi, proprio perché per domani non ho niente da fare, ho visto un sacco di cose interessanti che posto qui sotto a random.
Non tutto ha a che fare con la fotografia, ma io non sono affatto una fotografa, quindi un minimo di coerenza dovrebbe esserci, da qualche parte. Forse.



ps. in anteprima, solo per voi...