sabato 15 gennaio 2011

Quella volta che: si, ma alle mie condizioni.

Riassunto.

Di recente io e il socio Giulio siamo stati contattati da una dolce e gentil fanciulla per un booook, nel suo messaggio chiedeva varie informazioni, tra cui i costi.

Si è rivolta a noi dopo aver visto il nostro lavoro per un'altra persona, lavoro realizzato aggratisse. (Favore personale per una mia Amica – E si, le donerei un rene. Cit. flow chart di Jessica Hische riportato in un recente post di Sara Lando)

A mia discolpa, posso dire che la situazione era sia interessante che divertente… E che nessun socio Giulio è stato maltrattato per la realizzazione di quelle foto hahahahahah

Ancor prima di arrivare a parlare in cifre, la discussione ha cominciato a prendere una piega diversa ed è finita con: in questo periodo non lavoro e non ho soldi.

Va bene.

Non siamo noi le persone che possono fare al caso suo.



Dettagli.

Per quel che mi riguarda, non ho alcun interesse nel volere ottenere dalla fotografia il mio pane quotidiano.

Ho un altro lavoro per quello.

Un lavoro di 6 ore e 30 finalizzato unicamente al pane quotidiano e al vivere la fotografia nelle 17,7 ore che restano della mia giornata, considerando anche la notte... 41,7 ore.

Questo mi da la libertà di “lavorare” con la fotografia alle mie condizioni.

Se si tratta di Amicizia e/o se la situazione mi interessa, (in passato mi è capitato nell’ambito teatrale e musicale), ma il verbo pagare non è contemplato, a me sta bene.

In queste occasioni, ho avuto anche la fortuna di essere stata ripagata.

La mia parrucchiera adorata, dopo avermi sistemato i capelli in modo meraviglioso non ha voluto per nessuna buona e ragionevole ragione i miei soldi, nemmeno quando ho minacciato di raparmi a zero.

(Era una capigliatura bella veramente! =| )

Ho avuto la possibilità di veder nascere spettacoli e/o concerti e quando sono andata a vederli in scena, non c’è stato verso di pagare il biglietto.

Per quanto riguarda il discorso Amici, beh… Non sono molti - per fortuna hahahahhaha - ma avrei bisogno di un altro paio di reni da donare.

Per tutto il resto, il mio tempo e la mia professionalità hanno un prezzo.

Se poi succede, per caso, che la situazione è interessante e contempla pure il verbo pagare, ben venga.

Ho sempre avuto piena liberà e consapevolezza per poter scegliere progetti, persone e situazioni, ed ho sempre avuto piena liberà e consapevolezza per poter scegliere di farlo, anche quando codeste situazioni hanno richiesto giorni di ferie, ore di permesso e/o giorni ed ore non retribuite dal mio buon lavoro-pane-quotidiano (le ferie e le ore di permesso ad un certo punto finiscono).



Riflessioni.

Questa mia politica comportamentale opinabilissima, l’ho maturata dopo distinte riflessioni post scambio opinionale col socio Giulio e Manuela. E dopo una post lettura dei blog che seguo assiduamente.

(Ma vi prego! Non sentitevi responsabili...)

Mi sono fatta una domanda e data una risposta, dopo di che, l’ho adattata, curata e cucita secondo le mie esigenze.

Il mio buon lavoro-pane-quotidiano non prevede uno stipendio stellare, ma quanto basta per il pane quotidiano (l’affitto, bollette, responsabilità, imprevisti e un vivere dignitosamente), senza ripassare dal via o doversi fermare per un turno.

Sacrifici? Si, tanti. Chi me lo fa fare? Sono appassionata, curiosa e mi diverto.

Sono scema?

Oh yeah.

Ma, a me sta bene, al mio compagno pure, la gatta non si lamenta e nemmeno il parentame.

L’unico che un pochino si dissocia da tutto questo idillio è il mio socio Giulio… chissà perché… (hahahahaha).



In conclusione.

Se la faccenda non è particolarmente interessante, chiedo un compenso. Nel mio caso, quasi certamente la persona dirà di no e saremo tutti contenti.

Se la persona accetta, saremo tutti contenti.

Se la faccenda interessa a me – però niente compenso - ma non interessa al socio, sarò contenta da sola.

Se la faccenda interessa ed è previsto un compenso, saremo tutti molto contenti.



Povero il mio Socio… con me non farà mai una lira…



6 commenti:

  1. Non ho capito bene la storia delle 6 ore e trenta più 17 che fa 41...

    Cq bel post: sono curiosa a) di sapere che lavoro ti procura il pane nelle 6ore e 30, b) di vedere le tue foto!!!

    Anna

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  2. Grazie Anna =)
    E' stata una bella sorpresa trovare il tuo commento!
    Per la prima domanda risponderò volentieri in privato, non amo molto il mio lavoro... è legale sia ben inteso haahhaha ma preferisco tenerlo fuori da ciò che invece amo tantissimo.
    Per le foto, ti lascerò il link direttamente nella mail, già che ci sono =)

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  3. una curiosità ce l'avrei anche io, Sò ... ma con tutte le società che hai ... quanto paghi di dichiarazione dei redditi ??

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  4. Ahhahaahaahhaah
    Facilissimo! Nun la faccio!
    =P

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  5. >Se la faccenda non è particolarmente interessante, chiedo un compenso. Nel mio caso, quasi certamente la persona dirà di no e saremo tutti contenti.

    Non sai quanto condivido... uno dei propositi per l'anno nuovo è imparare a dire ni e no. Per far cose che non mi interessano ho tutta la vita, finché posso conviene concentrarsi su ciò che amo davvero c:

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  6. >Per far cose che non mi interessano ho tutta la vita, finché posso conviene concentrarsi su ciò che amo davvero c:

    Esatto =)
    Non è facile per chi è abituato a non deludere le altrui aspettative dire un ni o un no... Dispiace, ma ad un certo punto, diventa una questione di necessità.
    E quando cominci e scopri quant'è facile... non smetti più! hahahahahha

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